02 febrero 2024

 

Il conte Ugo e il malvagio Malasangue

Julio Sanchez Mingo

 

Feluca gaeta, utilizzata da tempo immemorabile nel Golfo di Gaeta

 

Nel castello di Itri abitava il conte Ugo di Fondi in compagnia del figlio Claudio e la moglie di questi, Laura, discendente di una nobile e antica stirpe di guerrieri normanni. Due bei e simpaticissimi bimbi, Aurora e Leonardo, figli della coppia, colmavano di felicità tutti loro. La fortezza era dominata da una torre cilindrica, chiamata Il Coccodrillo —perché, secondo la leggenda, lì era stato rinchiuso per lungo tempo un gigantesco rettile—, collegata da un camminamento alle stanze in cui soggiornavano i nostri protagonisti. Itri aveva una campagna ferace, dove si produceva la maggior parte delle pregiate olive nere di Gaeta, la cui varietà più rappresentativa e gustosa era, appunto, quella detta Itrana. Fu, con Fondi, feudo della città murata di Gaeta, roccaforte posta all'estremità di una penisola che chiude il golfo omonimo, sormontata in alto dal castello angioino, adiacente ad un promontorio roccioso, ricoperto di vegetazione, Monte Orlandocoronato a sua volta dal mausoleo del console e notabile romano Lucius Munatius Planco ai cui piedi si estendeva l'arenile di Serapo, una magnifica spiaggia di sabbia fine esposta a sud, aperta al Tirreno, e il Borgo, villaggio di pescatori che guardava a est e, in questo modo, era così protetto dagli urti del mare.

Il Conte Ugo era amato da tutti i suoi vassalli per la sua generosità e bonomia. Anche manteneva ottimi rapporti con i pescatori del golfo. Ma il signore di Sperlonga, vlletta vicina posta sulla Via Flacca, ramo costiero della Via Appia, tra Terracina e Formia, lo invidiava e lo odiava. Si chiamava Bertaccio Malasangue, personaggio di grande doppiezza, alleato e spia, sia dei corsari barbereschi che usavano le Isole Pontine come base temporanea per le loro incursioni contro le coste del Lazio meridionale e della Campania settentrionale, sia dei briganti che derubavano i mercanti e i viaggiatori che percorrevano la via Appia. Questi banditi, dopo le loro rapine, svanivano nella fitta nebbia dei faggeti che ricoprivano i Monti Aurunci, rifugiandosi nelle abbondanti grotte di quelle alture. Malasangue, un individuo indolente e losco, era il commissionario di pirati e malfattori. La sua gente sapeva del suo contegno di traditore ma lo temeva.

Una calda giornata estiva, di primo mattino, Aurora e Leonardo, insieme ad alcuni amichetti e servitori, si recarono presso la spiaggia dei Trecento Gradini, a fianco della Via Flacca, per giocare, bagnarsi e rinfrescarsi. I loro genitori non potevano accompagnarli poiché avevano viaggiato come emissari e ambasciatori di Gaeta all'enclave papale di Benevento, a sud di Napoli. Il nonno Ugo era rimasto malato a letto, colpito da una grave crisi di gotta, di cui soffriva per gli eccessi del buon mangiare e dell'ottimo vino. Consapevole dell'escursione e delle circostanze che la circondavano, il villano Malasangue varò una veloce feluca e, con due marinai a suo servizio, corse ad avvertire i Saraceni di stanza nell'isolotto di Zannone per suggerire loro il rapimento dei nipoti del signore di Fondi e Itri e così chiedere un riscatto per la loro liberazione. Altrimenti, scambiarli con il capo berbero Abd al-Haqir (che in arabo significa ignobile), imprigionato nella cittadella del castello di Gaeta o, come ultima alternativa, venderli ad Algeri come giovani schiavi per intrattenimento di qualche notabile signora della società locale. Ma l'indegno Bertaccio non contava sul comportamento del suo servitore Mattia. Questo, stufo delle torture a cui lo sottoponeva il padrone, avvisò alcuni pescatori che lavoravano non lontano da Sperlonga e, tramite il sistema di segnali ottici che collegava torri di avvistamento, fortezze e castelli, alla guarnigione di Gaeta. Recati tutti nella spiaggia dove giocavano bambini e servitori, hanno ordinato loro di ritornare a Itri e sono rimasti ad aspettare lo sbarco dei pirati, nascosti dietro i pini che circondavano la zona sabbiosa, per tendere loro un'imboscata. Lo stratagemma ha dato i suoi frutti e, all'imbrunire, i presunti rapitori sono fuggiti malconci verso le loro barche. Ai pescatori e ai soldati si era unito Mattia, che affrontò Malasangue, ferendolo con una spada alla gamba, costringendolo a ritirarsi con gli sconfitti. Il taglio non era molto profondo ma, giunto nelle Pontine, si infettò e poi si cancrenò. Nonostante l'amputazione dell'arto danneggiato, l'ìnfezione è progredita ed è morto pochi giorni dopo tra dolori lancinanti. Triste fine per un uomo che prese la strada sbagliata nella vita. Nonostante il suo comportamento spregevole, il conte Ugo e la sua famiglia si offrirono di aiutare finanziariamente la famiglia del criminale.

Secoli dopo, Concepción Arenal conierebbe la frase: “Odia il delitto e compatisci il delinquente”.

1 comentario:

  1. Racconto molto avvincente, si legge come fosse una reale cronaca del tempo. Denota, inoltre, profonda conoscenza del territorio gaetano.

    ResponderEliminar

Los comentarios de este blog están sujetos a moderación. No serán visibles hasta que el administrador los valide. Muchas gracias por su participación.