07 junio 2016

In Memoria di Muhammed Ali
Maria Luisa Ciattei
5 giugno 2016

Negli anni 80 del secolo scorso la mia vita si svolgeva tra un’ aeroporto e l’altro.
Mi muovevo di continuo, tra l’Europa, l’America ed il Pacifico.
Cambiavo casa, nazione, zona geografica, città, lasciando tutto ciò che conoscevo alle mie spalle.
Fu così che durante uno dei tanti viaggi, avendo salutato mia madre e mio fratello, che sapevo di non aver potuto rivedere per anni, la vita mi mandò un piccolo regalo di gioia e meraviglia.
Volavo sempre con la TWA in quei giorni. Avevo la tessera “Frequent Flyer” che mi permetteva di raccogliere punti ed ottenere sconti vantaggiosi per le tratte intercontinentali.
Partii dalla Malpensa che stavo già male, avevo pianto ad intervalli per un paio di giorni per lo scoramento. E’ una cosa difficile da spiegare e da capire. Piangevo ma in Italia non ci sarei voluta restare per nulla al mondo. Amavo e tuttora amo gli Stati Uniti, la mia vita era là, ma ciò mi presentava un costo mentale ed emotivo altissimo ed insopportabile.
Piansi per tutto il tragitto da Milano a New York. A New York dovevo cambiare aereo per Los Angeles e scesi nella zona sala d’attesa di Prima Classe.
Stavo malissimo e persi i sensi.
Quando mi ripresi accanto a me c’era uno steward che mi guardava e mi parlava. Lo rassicurai, gli dissi che ero solo stanchissima e che volevo ed ero in grado di continuare il viaggio. Attorno a me c’era una certa tensione ed eccitazione, era entrato qualcuno e la gente si girava e bisbigliava ma io non me ne interessai.
Lo steward mi fece entrare per prima nella zona di prima classe dell’aereo dandomi due bei posti liberi perché potessi stendermi e riposare. E così feci, mi addormentai immediatamente. Dormii a lungo e mi fece un mondo di bene.
Quando riaprii gli occhi c’era qualcuno seduto due sedie più in là, e mi stava fissando con un sorriso, era Muhammed Alì.
Mi osservò ammiccando con due enormi, bellissimi occhi pieni di curiosità ed affetto, mi sorrise chiedendomi: “ You OK?”
Risposi di sì, sorridendo anch’io. Era un uomo grande, alto, forte, un’essere umano che, a me, seppe donare un lume di affetto e di solidarietà in un momento particolare.
Eravamo già in fase di atterraggio e non ci scambiammo altre parole, non ce ne fu praticamente il tempo. Lui venne rapito dal personale di bordo e dalla gente, io venni riassorbita dalle necessità della mia vita e dalla successiva coincidenza aerea verso il Pacifico.
Oggi che non è più con noi Ali mi è tornato in mente ed ora sono io a dirgli : “ I know you’re OK up there in Heaven where you have always belonged”.
God Bless.


Maria Luisa Ciattei è amica e fu compagna di scuola dell'editore
Pubblicato da Il Messaggero Veneto nelle lettere al direttore del 6 giugno 2016

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