In
Memoria di Muhammed Ali
Maria Luisa Ciattei
5
giugno 2016
Negli anni 80 del
secolo scorso la mia vita si svolgeva tra un’ aeroporto e l’altro.
Mi muovevo di
continuo, tra l’Europa, l’America ed il Pacifico.
Cambiavo casa, nazione,
zona geografica, città, lasciando tutto ciò che conoscevo alle mie
spalle.
Fu così che durante
uno dei tanti viaggi, avendo salutato mia madre e mio fratello, che
sapevo di non aver potuto rivedere per anni, la vita mi mandò un
piccolo regalo di gioia e meraviglia.
Volavo sempre con la
TWA in quei giorni. Avevo la tessera “Frequent Flyer” che mi
permetteva di raccogliere punti ed ottenere sconti vantaggiosi per
le tratte intercontinentali.
Partii dalla Malpensa
che stavo già male, avevo pianto ad intervalli per un paio di giorni
per lo scoramento. E’ una cosa difficile da spiegare e da capire.
Piangevo ma in Italia non ci sarei voluta restare per nulla al mondo.
Amavo e tuttora amo gli Stati Uniti, la mia vita era là, ma ciò mi
presentava un costo mentale ed emotivo altissimo ed insopportabile.
Piansi per tutto il
tragitto da Milano a New York. A New York dovevo cambiare aereo per
Los Angeles e scesi nella zona sala d’attesa di Prima Classe.
Stavo malissimo e persi
i sensi.
Quando mi ripresi
accanto a me c’era uno steward che mi guardava e mi parlava. Lo
rassicurai, gli dissi che ero solo stanchissima e che volevo ed ero
in grado di continuare il viaggio. Attorno a me c’era una certa
tensione ed eccitazione, era entrato qualcuno e la gente si girava e
bisbigliava ma io non me ne interessai.
Lo steward mi fece
entrare per prima nella zona di prima classe dell’aereo dandomi due
bei posti liberi perché potessi stendermi e riposare. E così feci,
mi addormentai immediatamente. Dormii a lungo e mi fece un mondo di
bene.
Quando riaprii gli
occhi c’era qualcuno seduto due sedie più in là, e mi stava
fissando con un sorriso, era Muhammed Alì.
Mi osservò ammiccando
con due enormi, bellissimi occhi pieni di curiosità ed affetto, mi
sorrise chiedendomi: “ You OK?”
Risposi di sì,
sorridendo anch’io. Era un uomo grande, alto, forte, un’essere
umano che, a me, seppe donare un lume di affetto e di solidarietà in
un momento particolare.
Eravamo già in fase di
atterraggio e non ci scambiammo altre parole, non ce ne fu
praticamente il tempo. Lui venne rapito dal personale di bordo e
dalla gente, io venni riassorbita dalle necessità della mia vita e
dalla successiva coincidenza aerea verso il Pacifico.
Oggi che non è più
con noi Ali mi è tornato in mente ed ora sono io a dirgli : “ I
know you’re OK up there in Heaven where you have always belonged”.
God Bless.
Maria Luisa Ciattei è amica e fu compagna di scuola dell'editore
Pubblicato da Il Messaggero Veneto nelle lettere al direttore del 6 giugno 2016
God Bless.
Maria Luisa Ciattei è amica e fu compagna di scuola dell'editore
Pubblicato da Il Messaggero Veneto nelle lettere al direttore del 6 giugno 2016
Sei restata in Italia?
ResponderEliminar